
Gino Sandri olio su tavola
Sorge sul confine tra i comuni di Ceriano Laghetto e Cogliate la chiesetta della Beata Vergine di San Damiano. Costruita forse alla fine del XIV secolo sui resti di un precedente tabernacolo dedicato ai santi Cosma e Damiano, i due fratelli di fede cristiana che studiarono l’arte medica in Siria e che morirono arsi vivi sotto Diocleziano, divenne chiesa parrocchiale, dotata di ben cinque altari e due cappelle, assumendo le forme aggraziate e semplici che ancora conserva. Fu da quel periodo che la popolazione di Cogliate si indebitò commissionando un’onerosa decorazione interna agli artisti che frequentavano le botteghe dei maestri occasionalmente presenti nella zona di Saronno e di Seveso. Pur conoscendo l’epoca di questi piccoli capolavori, tra cui un affresco raffigurante San Rocco che reca la data del 1494, incerta è la loro attribuzione; la Soprintendenza nel 1942 azzardò che si trattasse della bottega di Bernardino Luini, di certo l’esecutore, o meglio gli esecutori, avevano presente la lezione dei grandi del Rinascimento lombardo che hanno tradotto con elementari canoni compositivi rispondenti all’ideale estetico-religioso del mondo contadino. Si tratta di opere ad affresco realizzate in modo da mettere in evidenza i particolari architettonici quale la scenografica Crocefissione nell’abside, ove il cupo blu del fondale esalta la solarità del legno delle croci e porta in primo piano i gruppi animati che sono a terra.

Crocifissione
Seguì verso la metà del XVI secolo la decorazione della cappella laterale con un ciclo di affreschi sulla vita della Madonna di infantile tenerezza espressiva. La chiesetta ebbe una storia movimentata, essenzialmente attribuibile alle alterne vicende del locale monastero di monache benedettine. Perso il titolo di chiesa parrocchiale alla fine del cinquecento, è rimasta da sempre e per tutti la chiesa di San Damiano, che una volta all’anno nella ricorrenza dell’Annunciazione il 25 marzo, diventa la chiesa della “Madona de Marz”. Per gli abitanti di Cogliate e Ceriano Laghetto, in una straordinaria e per certi versi inedita comunanza di intenti, è l’edificio religioso più amato per la sua storia, per la sua armoniosa architettura e anche per la sua collocazione in loco campestri. Con il vicino torrente Guisa segna il confine tra i campi coltivati e quell’infecondo scopeto che dicesi Groana, tra la terra degli uomini civili e timorati di Dio e i boschi delle Groane, rifugio di banditi.